venerdì 11 marzo 2011

La timidezza del dolore...a Donatella

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/02/17/news/donna_morta-12569177/index.html?ref=search
The Breast Cancer Site


Il link racconta una storia.
Questa è una storia come tante, ma è una storia.
Come tutte le storie, va letta.
...
Ho aspettato a lungo prima di scrivere perchè come ho già ripetuto in altri posts ho bisogno di sedimentare i pensieri, di lasciare che il loro metabolismo lento segua i suoi percorsi.
Così...metti un venerdì qualsiasi di febbraio, un venerdì che in laboratorio decidono di fare le pulizie di Pasqua, metti che sfiniti dal lavoro, stanchi e sporchi ci si ritrovi tra colleghi per un pranzo improvvisato, metti che fuori c'è pure il sole e quindi tutti in giardino, metti che si chiacchiera e si ride e che il tempo e Madre Natura non siano poi i cerberi cattivi che vogliono apparire...
Metti che torni dal pranzo e controlli la posta e tra le e-mail ne arriva una di tuo cognato e quello che leggi ti lascia senza fiato...
Come direbbe Sciascia, "è una storia semplice"...ma non troppo.
E così mi sono ritrovata con tante lacrime che scorrevano sulle guance come le lettere delle parole di Donatella correvano sullo schermo.
L'articolo non racconta tutto, racconta pochissimo, ma quello che si intuisce tra quelle righe è una disperazione timida e immensa.
 E io non aggiungerò nulla di più se non che queste storie vanno raccontate, conosciute, piante e sofferte.
Ognuno di noi potrebbe conoscere Donatella.
Prevenzione è una parola magica, non dico che dovrebbe essere un mago il medico, ma certo non dovrebbe essere incosciente, nel senso di mancare di coscienza.
Come dice l'avvocato "Al di là dei processi esiste anche la coscienza che prima o poi si sveglia e allora sono problemi grossi..."
Spero nel risveglio delle coscienze, spero che possiamo ancora vivere in un paese in cui gli ospedali siano per tutti, un paese in cui per fare una mammografia non prendi l'appuntamento adesso per il 2013 - altrimenti la vai a fare a pagamento -, un paese in cui non si chiudono gli ospedali che servono per far crescere bambini che dovranno camminare per diventare adulti, ospedali per adulti che devono imparare nuovamente a camminare, parlare, vivere, un paese in cui la Scuola sia davvero Scuola (vi consiglio caldamente di leggervi il discorso di Colamandrei) e non bestia da macello, smembrata da finanziarie et similia...un paese degno.
Lo so, sono una terribilmente ingenua sognatrice, ma al mondo ci sono malattie peggiori di questa mia...
Chi può dire che regalare una ricetta o un click non ci cambi la vita? O risvegli una coscienza in più?




Chi può dire come sia più giusto partecipare? 

4 commenti:

  1. Ci sono delle volte pensando pensando che arrivo alla conclusione 'siamo stati anaestetizati dal dolore affinchè non ci arriva in casa nostra'. Guardiamo la televisione e vediamo il dolore altrui come un film. Leggiamo il giornale e scopriamo il dolore altrui senza farlo entrare nelle nostre anime. Una protezione come un altro per non immedesimarci nel mondo di dolore che ogni famiglia passa, ogni nazione incorpora e ogni cultura soffre. Parlo includendomi anche se ammetto man mano che passano gli anni tanto piu il dolore mi si approfondisce nel anima. Tanto piu che ogni dolore individuale viene incorporato dentro di me facendo sì che il dolore altrui divenne mia. Facendo sì che tutte le donne mi sono sorelle, tutti gli uomini fratelli e il dolore universalmente loro diventa parte della mia storia che ne ha avuto tanto dolore pure lei. Una ricetta o un clic in dono per svegliare le coscienze è un modo semplice per iniziare la nascita di qualcosa di più grande - un amore per l'altro/a da se...e facendo questo penso che possiamo guardarci nello specchio senza rimorsi almeno in questo...un abbraccio da ponente, P

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  2. Sottoscrivo tutto quello che hai detto Paula!
    Siamo piccoli di fronte all'universo, ma possiamo provare a non farci schiacciare da questa piccolezza. Potremmo non riuscire, ma vale la pena provare.
    Un abbraccio grandissimo da qui

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  3. Anche la mia famiglia 2 anni fa è passata per questo atroce dolore.Una donna di 46 anni, con un figlio di 12,mancata in tre mesi. Il giorno dell'epifania, eravamo a cena insieme, ignari(anche lei)della tragedia imminente ,il 21 maggio eravamo al suo funerale. Se solo i medici non avessero sbagliato la diagnosi, sarebbe ancora con noi!!
    Mi sa, che ci vogliono morti o ignoranti...Il mondo per i ricchi.Stanno distruggendo la scuola pubblica, privilegiando la privata e non mi dilungo.......

    Un abbraccio e un buon fine settimana!!

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  4. Hai centrato il punto Solema, ognuno di noi ha conosciuto una Donatella e sarebbe che invece di usare i verbi al passato potessimo continuare a dire conosco Donatella...contro l'aggressione della malattia a volte bisogna arrendersi, ma contro sbagli e incurie dobbiamo lottare ognuno nel nostro piccolo sempre.
    Un abbraccio anche a te

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Tornate a leggere le risposte, perchè dialogando si cresce insieme. A rileggerci presto tra ricette e sorrisi :-D