Pastafarian oh yeah...la notizia è di due giorni fa (pastafarianesimo e foto sulla patente), un signore
austriaco è riuscito ad avere finalmente la foto che voleva sulla patente,
appellandosi al fatto che per motivi religiosi e di tradizione c’è chi ha la
foto sui documenti con copricapi diversi. E ha avuto finalmente quello che
voleva: farsi fotografare con uno scolapasta – che dicono fosse verdino – in
testa, poichè seguace del Pastafarianesimo. De gustibus...
Però, riflettevo su quante cose imparo ancora, nonostante la mia età
adulta...
Ecco ho scoperto il Pastafarianesimo, nato per controtendenza rispetto
all’insegnamento del disegno divino o creazionismo...sono rimasta affascinata
non tanto dal fatto che il mostro volante degli spaghetti possa aver
“disegnato” l’universo, ma soprattutto che i cambiamenti climatici globali sono
direttamente correlati alla scomparsa dei pirati! Altro che gas serra, effetto
frigorifero, la ENSO, le carbon footprints, le nitrogen footprints...macchè! Il
vero fattore chiave del cambiamento climatico globale sono i pirati!
Anni di studio buttati al vento...Uhm, uhm, uhm...che sia un altro
grande segnale che mi dice di cambiare lavoro?
E subito dopo nella mia testa tutto un susseguirsi di interrogativi...e
di voli che neanche Pindaro avrebbe osato pensare, neanche nei suoi giorni
migliori...
Chissà mai se verrò toccata anche io dal mostro volante degli
spaghetti? Ma soprattutto...ci sarà la versione “senza glutine” del mostro
volante degli spaghetti??? E che etichetta riporterà? Ma avrà la spiga
sbarrata? Avrà l’etichetta “dietetico” o no??? E le tracce, mi garantirà di
rispettare il livello delle tracce???...Questi so’ i veri problemi della
vita...
Il perchè dei miei interrogativi è spiegato da diverse amabili
discussioni e riflessioni che in queste settimane hanno nutrito la mia mente e
quella di diverse altre foodbloggers che hanno fatto e continuano a fare “la
storia” del “senza glutine”...
Scrivendo in maniera un po’ più seria, è sempre meglio cominciare dal’inizio,
step by step.
Step 0 (partiamo da fermi)...la legislazione: passato presente e
futuro.(qui di seguito i links gentilmente forniti da Olga (http://uncuoredifarinasenzaglutine.blogspot.com/)
1. Decreto legislativo
italiano n.111/1992 in attuazione di una direttiva del 1989 la più vecchia in
materia, in tema di prodotti destinati ad una alimentazione particolare http://www.sisteweb.it/doc/coderb/111-92.pdf
2. Legge
italiana sulla celiachia http://www.parlamento.it/parlam/leggi/05123l.htm
3. Regolamento
CE del 20 dicembre 2006 relativo relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla
salute fornite sui prodotti alimentari http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:404:0009:0025:IT:PDF
4. Linee
guida di Federalimentari basate sul regolamento di cui sopra (20/12/2006):
5.Regolamento
CE del 20 gennaio 2009 (n.41) che regola in modo specifico la composizione e
l'etichettatura dei prodotti senza glutine (è quello che uniforma le soglie a
livello comunitario a partire dal 2012):
6. Direttiva
CE del 6 maggio 2009 (n.39) che è quella che la Proposta criticata vorrebbe
abrogare, relativa a prodotti alimentari destinati ad una alimentazione
particolare http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:124:0021:0029:IT:PDF
7. Testo
della Proposta UE (20.06.2011) sulla eliminazione della dicitura
"dietetico":
http://www.europarl.europa.eu/RegData/docs_autres_institutions/commission_europeenne/sec/2011/0763/COM_SEC(2011)0763_IT.pdf
Step 1 che cosa apparse sui giornali e nei meandri della rete?
...c’e sempre qualcuno pronto a cavalcare un’onda che fa apparire come “la perfetta”, ma in realtà...
Per quanto concerne le etichette invece
Step 2 in merito alle tracce, ho già spiegato abbondamente l’argomento
(http://fabipasticcio.blogspot.com/2009/05/tracce-e-limiti-di-legge-per-il-le.html
Mi preme sottolineare che il limite italiano dei 20 ppm (mg/kg) è
stato accettato dalla UE come limite per i prodotti “senza glutine”. Ciò è
anche riportato nelle fonti bibliografiche da me utilizzate per il post sulle
tracce (AIC Umbria e AIC Lombardia...preso bene nota?). Tale limite è
estremamente protettivo, ma mancano ulteriori informazioni riguardanti la
soglia giornaliera di glutine per il celiaco (potrebbe essere assimilata di fatto
alla NoAEC, cioè no adverse effect concentration, concentrazione di non
effetto) e quindi si ragiona in maniera cautelativa.
Step 3 come ha spiegato Olga (http://uncuoredifarinasenzaglutine.blogspot.com/), il decreto italiano del 1992 è ancora in
vigore. Esso sarà probabilmente integrato/modificato quando verranno recepite le
direttive legislative europee in merito alle etichette, alle tracce e alle
diciture relative (“senza glutine”, “a basso contenuto di glutine” “dietetico”,
ecc.).
Step 4 E’ uscita la legge sulle etichette (link), che riguarda non solo
le etichette del “senza glutine” e “dietetico”. Che cosa cambierà? Non cambierà
l’etichetta “senza glutine” e non cambierà il limite dei 20 ppm (mg/kg).
Cambierà l’etichetta “dietetico”.
“E' un
discorso che riguarda la dicitura "dietetico" e non "senza
glutine" e potrebbe riguardare la possibile modifica (si deve vedere se
abrogativa o meno) del decreto (italiano) 111 del 1992 sulla etichettatura dei
prodotti dietetici. il decreto del 1992 dice praticamente cosa deve essere
riportato in etichetta da una azienda che voglia immettere sul mercato un
prodotto dietetico. Se ci sono tutti i requisiti previsti dalla legge, il
Ministero lo iscrive come prodotto dietetico: è questa la notifica sul registro
di cui parla l'UE. Ma evidentemente per i prodotti "normali" ma che
riguardano la salute vige un regime differente per cui non basta la semplice
notifica è necessaria anche una autorizzazione da parte della UE stessa
attraverso il suo comitato scientifico. Si tratta quindi di una procedura più
complessa e ardua che mette in difficoltà le aziende. Le quali - dice la
proposta - molto spesso proprio per aggirare questa procedura registrano come
dietetico un prodotto "normale" con due conseguenze: la prima per il
consumatore che lo paga 4 volte di più; la seconda per le ditte produttrici
tutte per le quali sul mercato si crea una alterazione del regime di
concorrenza o ancora il fatto di seguire a seconda del paese di
commercializzazione procedure diverse ed etichettature diverse: es. in Italia
dietetico ed in Francia il medesimo prodotto solo indicato come importante per
la salute e magari costa meno. E si crea il caos. Ora quindi il punto che
lascia tutti in dubbio non è tanto il volere togliere la dicitura dietetico ( e
non senza glutine) ma le modalità con cui questo verrà attuato: toglierlo
mantenendo le garanzie di informazione adeguate. E la proposta sceglie
l'opzione due e cioè quella che abroga (non il regolamento 41 del 2009, ma il
39 del 2009 sulla dicitura "dietetico") mantenendo però le discipline
speciali per quei consumatori più deboli. I quali sono bambini e lattanti e gli
utenti dei prodotti a fini medici speciali, tra cui entrano per loro stessa
definizione i prodotti senza glutine (sono andata a guardarmi la definizione UE
dei prodotti a fini medici speciali). Delle 4 opzioni è quella che meglio
contempera secondo loro la tutela informativa del consumatore con le esigenze
di coerenza del mercato. In definitiva questo significherebbe che il prodotto
resta "senza glutine" e così viene indicato (perché è l'aspetto
disciplinato dalla normativa UE speciale 41 del 2009) ma non sarà considerato
dietetico. Per cui non sarà più sottoposto a semplice notifica previa verifica
dell'esistenza di tutti i requisiti come dichiarati dalle aziende, ma dovrà
ottenere l'autorizzazione da parte del comitato scientifico dell'UE”.
Step 5 Parliamo allora dell’etichetta “dietetico”...scusate la
ridondanza delle informazioni, che per la conoscenza non sono però mai troppe.
Lo stato dell’arte dell’Italia tramite le parole di Olga
(http://uncuoredifarinasenzaglutine.blogspot.com/):
(http://uncuoredifarinasenzaglutine.blogspot.com/):
“in
Italia la qualifica di dietetico si acquista con la notifica del Ministero che
prende il prodotto e lo mette dentro una lista. Notifica significa in parole
povere che Il ministero effettua un controllo solo di forma su quanto c'è
scritto sulle scatole e quindi sul contenuto dell'etichetta. Se quanto scritto
in etichetta è quello che ci deve stare secondo l'elenco dei requisiti che la
legge detta obbligatoriamente, il prodotto automaticamente è dietetico. Ora è
proprio questo che storce la UE che dice: siccome è diventato più facile
iscrivere un prodotto dietetico piuttosto che un prodotto normale con impatto
sulla salute che invece deve sottostare a controlli rigidissimi ed ottenere
l'autorizzazione del comitato scientifico UE, facciamo una bella cosa
togliamolo sto’ dietetico così se il prodotto ha impatto sulla salute (ed un
dietetico ce l'ha) sottostanno ai controlli pure loro. Perché per adesso fanno
i furbi: iscrivono un prodotto come dietetico per aggirare la legislazione
sull'alimentazione. In ogni caso e lo ripeterò fino alla sfinimento la UE ha
detto che non toccherà la normativa speciale valida per alcune categorie di
consumatori più deboli (bambini, lattanti e utenti di prodotti a fini medici
speciali: celiaci, diabetici, aproteici) che hanno bisogno di tutte le
informazioni necessarie più degli altri.”
A me, personalmente, dopo questa
spiegazione chiara e precisa, un brivido di dubbio mi ha accarezzato la
schiena...e mi son chiesta “ma perchè tutto questo gridare “al lupo, al lupo” o
meglio “alla UE, alla UE” allora??? Voi non ve lo sareste chiesti e/o non ve lo
chiedereste?
Step 6 e cito ancora Olga (http://uncuoredifarinasenzaglutine.blogspot.com/), in quanto esperta della materia (non
soltanto del senza glutine) “tutti i prodotti hanno questi controlli;
altrimenti se in etichetta si scrive 2 ed invece è 4 è reato di frode, ma poi,
dopo i laboratori e l'etichettatura, avviene la notifica automatica del
ministero, mentre i prodotti normali con impatto sulla salute sottostanno ad
autorizzazione UE. In parole ancora più povere la UE vorrebbe uniformare la
legislazione e far sottostare il prodotto dietetico alla legislazione dei
prodotti normali con impatto sulla salute... fatte salve le normative speciali
per consumatori debolissimi...”
Ecco, dopo questa ulteriore spiegazione ho
pensato “benissimo! I controlli servono perchè un prodotto alimentare, anche se
senza glutine, sia un prodotto valido, nutriente e non rischioso sotto ogni
punto di vista. Ci sarà una maggiore tutela e quindi perchè protestare nei
confronti di una maggiore tutela?” Per amore di precisione, sottolineo ancora
una volta che nelle fonti da me consultate (tra le quali AIC Umbria e AIC
Lombardia) per spiegare le etichette e le tracce, le etichette sono spiegate in
accordo con quanto finora detto da Olga, considerata anche la direttiva UE ecc.
...Ehm, ehm, ehm, perchè ho la sensazione che qualcuno non sappia bene cosa faccia la sua destra e la sua sinistra? E sottolineo che la UE non ha minimamente toccato il discorso “buono” erogato dalle ASL. Questo rimane e rimarrà di competenza nazionale e regionale.
...Ehm, ehm, ehm, perchè ho la sensazione che qualcuno non sappia bene cosa faccia la sua destra e la sua sinistra? E sottolineo che la UE non ha minimamente toccato il discorso “buono” erogato dalle ASL. Questo rimane e rimarrà di competenza nazionale e regionale.
Step 7 La discussione sulle etichette ha una coda, che riguarda i
prezzi e la commercializzazione dei prodotti “senza glutine”. E’ vero che in
Italia il celiaco diagnosticato* ha diritto ad un buono dall’ASL, è vero che la
diffusione dei prodotti attualmente è migliore rispetto a qualche anno fa, ma
c’è tanta tanta strada da fare ancora. Sono ridondante, ma bisogna migliorare
la diagnostica, bisogna migliorare la diffusione, così che i prodotti si
trovino a prezzi ragionevoli ovunque, come già accade in altre nazioni europee,
poco oltre i nostri confini italiani (parlo per esperienza personale e diretta),
bisogna informarsi, capire, e cominciare a non pensare più in maniera
“lobbistica”. Quanto è accaduto, grande fiammata eppoi più o meno silenzio – ma
dubito che si sia davvero compreso la portata del cambiamento – è la
dimostrazione del fatto che la mentalità “lobbistica” attrae persone, perchè
promette garanzie e tutela, ma attualmente è davvero il momento di sapere per
chi realmente sono le garanzie e la tutela, perchè non è affatto scontato che
siano per il consumatore. Anzi.
Purtroppo, va detto che a volte chi è direttamente coinvolto, perchè
presenta la celiachia o perchè la presenta un figlio o una figlia o un parente,
certe cose non vuole sentirle, vederle, toccarle, ma gli basta che scenda tutto
dall'alto o quasi. Mia forte convinzione è chese continuiamo così saremo qui a
raccontarci la storia dell'orso che non c'è; invece è ora che cominciassimo a
contare i peli delle zampe delle pulci di chi ci vuole ancora raccontare la
storia dell'orso che non c'è.
Sebbene le pecore seguano il montone, non sono prive di intelligenza,
come noi umani crediamo...la lettura di Glennkill è stata illuminante su questo (...magari ne parlerò in altro post).
* In Italia per
la diagnosi definitiva di celiachia (accompagnata da erogazione del buono) è indispensabile una biopsia
dell’intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto, dall’esame
istologico del quale è possibile determinare l’atrofia dei villi intestinali. Come ho spiegato nel post sulle contaminazioni e le tracce (http://fabipasticcio.blogspot.com/2011/06/contaminazioni-cross-contaminazioni.html), spesso le sinergie tra diverse malattie autoimmuni non sono adeguatamente considerate.
§ per i celiaci e le persone gluten sensitive: accertarsi sempre che ci sia o la SPIGA SBARRATA o l'apposita dicitura SENZA GLUTINE come da regolamento CE 41/2009 e non dimenticare mai il discorso sulle tracce e cross-contaminazioni.
http://prevenzione.ulss20.verona.it/celiachia_regolamento41.html
http://prevenzione.ulss20.verona.it/celiachia_produzionealimenti.html
Le fonti utilizzate: la conoscenza in materia legislativa e del senza glutine di Olga
(http://uncuoredifarinasenzaglutine.blogspot.com/)
presentazioni di AIC Lombardia e Umbria
studi personali
§ per i celiaci e le persone gluten sensitive: accertarsi sempre che ci sia o la SPIGA SBARRATA o l'apposita dicitura SENZA GLUTINE come da regolamento CE 41/2009 e non dimenticare mai il discorso sulle tracce e cross-contaminazioni.
http://prevenzione.ulss20.verona.it/celiachia_regolamento41.html
http://prevenzione.ulss20.verona.it/celiachia_produzionealimenti.html
Le fonti utilizzate: la conoscenza in materia legislativa e del senza glutine di Olga
(http://uncuoredifarinasenzaglutine.blogspot.com/)
presentazioni di AIC Lombardia e Umbria
studi personali