Sottitolo: dalla bisnonna alla nonna, alla mamma e infine a me
Se chi ben comincia è a metà dell'opera, è evidente che sono una donna che negli inizi inciampa con goffaggine, con totale imperizia, a volte facendosi male con abilità insospettate.
"Cos'è? Insight o dénoument?" dice la voce a, guardandomi al di sopra dei suoi occhiali da sole vintage.
Felicemente la ignoro.
Non ho punto voglia di giocare a scherma con le parole con lei.
Veramente avrei proprio poca voglia di giocare con le parole. Mi dico e mi ripeto di non farmi troppo influenzare da quanto accade nel mondo, ma come si fa a non lasciarsi coinvolgere? Ho persino provato a prendere ripetizioni di cinismo.
Sono assolutamente da bocciare.
Quando inciampo in momenti come questo, dove è assurdo trovare un senso alla violenza, alla morte, al dolore, so che l'unica cosa che posso fare è cercare un angolo riparato dove mettere a dimora la mia anima, lasciando che metabolizzi il tutto, acciambellata come fosse un micio.
Pur essendo conscia della lontananza fisica tra me e certi accadimenti, il cuore va dove vuole e si fa male.
Allora, per riportarlo alla sua ragione, faccio memoria...
Memoria di parole, pensieri, profumi, sapori...
In momenti come questi, non c'è niente di meglio di un piatto che mi riporta indietro nel tempo e che ha in sé parte del DNA.
Il comfort food che ha dato sollievo al mio cuore è una ricetta vecchia di ben quattro generazioni; la faceva spesso la mia bisnonna Rina, la nonna tanto amata della mia mamma, la faceva spesso la MIA Nonna Maria, figlia della bisnonna e madre della mia mamma, la faceva la mia mamma, la facevo io nella mia vita glutinosa e la faccio ancora nella mia vita senza glutine, senza lattosio, senza proteine del latte.
E' un piatto che affonda le radici nella mia tradizione famigliare, ma è anche un piatto della tradizione regionale delle Marche, terra della mia bisnonna e della mia nonna.
Ce ne sono quindi infinite varianti, anche perché ogni zona delle Marche ha la sua variante, tanto quanto ogni famiglia ha la sua variante.
Questa è la mia, anzi la nostra, perché quando la preparo, si siedono poi, alla tavola del mio cuore, quattro generazioni.
Ce ne sono quindi infinite varianti, anche perché ogni zona delle Marche ha la sua variante, tanto quanto ogni famiglia ha la sua variante.
Questa è la mia, anzi la nostra, perché quando la preparo, si siedono poi, alla tavola del mio cuore, quattro generazioni.
Pollo in potacchio
senza glutine senza lattosio senza proteine del latte per il GFFD
Chicken in potacchio
gluten free dairy free milk proteins free for the GFFD
Il potacchio o putacchio può essere o il recipiente dove veniva cotto il pollo o il metodo di cottura (per l'etimologia leggere qui). Per me è sempre stato il pollo col pomodoro e colla salsa, che scarpetta!
Ingredienti
6 ali di pollo, con la loro pelle
4 cosce di pollo di media grandezza, con la pelle
600 g di bocconcini di pollo (pezzi di coscia e di sovracoscia, senza pelle)
500 g di polpa di pomodoro bio Alce Nero
un bicchiere di vino bianco secco - la bisnonna usava un bianco del Piceno, io ho utilizzato un bianco toscano, Vernaccia IGP
rosmarino -secco#
salvia - secca#
peperoncino - secco#
6 spicchi di aglio italiano bio, schiacciati
sale grosso di Cipro
olio extravergine di oliva, io uso quello Ligure DOP
acqua q.b.
terrina, tegame capiente, mestolo per mescolare, bicchiere, tazzina da caffè, forchetta, coperchio, cucchiaio, piatto per servire
# ancora una volta ricordo che: per i celiaci e le persone gluten sensitive bisogna accertarsi sempre che ci sia o la SPIGA SBARRATA o l'apposita dicitura SENZA GLUTINE come da regolamento CE 41/2009, da D.L 111/1992, e nota del Ministero della Salute prot. 600.12/A32/2861. Inoltre, per ulteriori informazioni leggere anche qui e non dimenticare mai il discorso sulle tracce e contaminazioni e cross-contaminazioni. Per il lattosio e le proteine del latte controllare sempre le etichette e le diciture in esse presenti.
Procedimento
Ho sciacquato bene tutti i pezzi di pollo, dopo aver fiammeggiato le ali e le coscie.
In un tegame capiente, ho messo l'olio extravergine, il peperoncino - a piacere - e gli spicchi d'aglio schiacciati.
A fuoco alto, ho messo nel tegame le cosce e le ali, entrambe con la pelle e ho salato, senza esagerare.
La pelle deve abbrustolire.
A questo punto, ho aggiunto i bocconcini di pollo senza pelle. Ho salato nuovamente, senza esagerare.
Dopo qualche minuto, ho sfumato col bicchiere di vino bianco.
Una volta sfumato il vino bianco, ho aggiunto la polpa di pomodoro, il rosmarino e la salvia.
Sempre a fuoco alto, ho aspettato cinque minuti e ho aggiustato di sale. A fuoco medio, ho quindi coperto con il coperchio, per evitare schizzi.
Il pollo deve cuocere a fuoco medio alto, perché la salsa deve essere ben ristretta, ma presente.
Per evitare che restringa troppo, ogni tanto ho aggiunto poca acqua per volta.
Quando il pollo ha preso un bel colore e la salsa è ben ristretta, saranno passati 45 minuti circa, forse qualcosina di più.
Per controllare che il pollo sia umido, ma ben cotto, basta infilare una forchetta nella coscia e ritirarla fuori; se non esce liquido è cotto a puntino, se invece esce liquido, va cotto ancora qualche minuto.
Una volta cotto, ho messo il pollo su un piatto da portata e ho servito.
E' ottimo con della polenta fumante o con del pane sciapo o con il pane che volete.
Con questa ricetta partecipo anche al Contest delle Bloggalline "La Cucina Italiana nel Mondo verso l'Expo 2015" per la categoria "Un Piatto delle Cucine Regionali Italiane"
Inoltre, credo che questo piatto possa anche piacere alle tre fatine e alle Petronille del Casato Filo della Rosa.
Bòn Appetit!