Ricomincio da qui
"Da dove è che ricominci?" esordisce così la mia voce a bitchy, la mattina a colazione, mentre si serve l'ennesima porzione delle pancakes vegan appena fatte.
"Ricomincio da qui." - le rispondo, passandole lo sciroppo d'acero - "ricomincio da un sorriso, anzi da tre sorrisi.
Ricomincio da un incontro. Ricomincio da tanti incontri e da tanti scambi di idee.
Ricomincio da questo angolino che ho costruito piano piano in questi anni.
Ricomincio dai miei esperimenti di chaltron woman. Ricomincio dalla mia voglia di pasticciare, di studiare, di cercare.
Ricominio."
"Quindi basta iati, basta pause, basta pigrizia?" continua la mia voce a bitchy, mentre raccoglie con eleganza un boccone di pancake rigorosamente free from, mescolando per consuetudine il suo cafè au lait.
Bitchy e con la perfetta e affascinante attitudine della voce di coscienza.
"Iati, pause, pigrizia? Colgo un sottilie rimprovero nella tua voce, cara." - ribatto - "Come dovresti ben sapere, i miei iati e el mie pause sono state spesso non direttamente dipendenti da me.
Come dovresti ben sapere più che pigrizia o inazione, il mio è metabolismo lento, molto lento, per la tiroide e anche per i pensieri.
A volte soprattutto per i pensieri.
Però, non appena ho metabolizzato tutto, io vado. Riparto, ricomincio..."
"A pensare, a fare, a cucinare, a leggere, a vivere...ma non dovresti dimenticarti di questo spazio." ribadisce la mia voce a bitchy, servendosi il suo secondo o terzo cafè au lait.
Bitchy e con un senso del dovere radicato profondamente nel midollo...divoratice di pancake a tradimento.
"Certo che non mi dimentico di questo spazio, di questo angolo aperto con un guizzo di fantasia in un lontano venerdì di aprile di qualche anno fa." - rispondo - "Eh, no... non t'azzardare a contare gli anni della creatura!
La cosa fondamentale sotto gli occhi di entrambe che stiamo maturando come neanche i migliori cuvée."
"Certo. Ma io meglio di te. Sempre." conclude la mia voce a bitchy, sventolando il suo boa di piume e sparendo nell'aree per ricomparire quando vorrà e soprattutto quando saprà che mi farà venire un meraviglioso attacco di tachicardia.
Sull'onda di questa terribile certezza, io ricomincio.
Ricomincio, ricordando una bellissima domenica ad Oderzo, all'Oderzo Food Fest in compagnia di Cucina Mancina, in compagnia di Lorenza Dadduzio, madre di Cucina Mancina, in compagnia della sua energia e dei suoi sorrisi contagiosi, in compagnia di Marisa de Il Cavolo Giallo , che ha servito un menù a base di ricette del mio blog.
Ricomincio dagli incontri di quella domenica con altre blogger mancine, con autrici e fotografe. Ricomincio dagli incontri che si snodano tra le pieghe di questa tecnologia amata e altrettanto odiata, ma che mi ha fatto trovare e ritrovare tante amiche di cucina.
Ricomincio dalle amiche, che condividono abbracci e caffè virtuali con me.
Ricomincio dagli incontri che avvengono per caso, tra i terabytes del web, che però si traducono sempre in incontri di ricette, pensieri, impasti, idee e anima.
Eh sì, ricomincio da qui.
Ricomincio con una meravigliosa ricetta di Sandra Pilacchi, fotografa talentuosa, nonchè panificatrice provetta, che assieme a Barbara Elisi, Terry Giannotta e Maria Teresa Cutrone, ha portato avanti Panissimo e adesso cura le Ricette Itineranti.
Bitchy e con la perfetta e affascinante attitudine della voce di coscienza.
"Iati, pause, pigrizia? Colgo un sottilie rimprovero nella tua voce, cara." - ribatto - "Come dovresti ben sapere, i miei iati e el mie pause sono state spesso non direttamente dipendenti da me.
Come dovresti ben sapere più che pigrizia o inazione, il mio è metabolismo lento, molto lento, per la tiroide e anche per i pensieri.
A volte soprattutto per i pensieri.
Però, non appena ho metabolizzato tutto, io vado. Riparto, ricomincio..."
"A pensare, a fare, a cucinare, a leggere, a vivere...ma non dovresti dimenticarti di questo spazio." ribadisce la mia voce a bitchy, servendosi il suo secondo o terzo cafè au lait.
Bitchy e con un senso del dovere radicato profondamente nel midollo...divoratice di pancake a tradimento.
"Certo che non mi dimentico di questo spazio, di questo angolo aperto con un guizzo di fantasia in un lontano venerdì di aprile di qualche anno fa." - rispondo - "Eh, no... non t'azzardare a contare gli anni della creatura!
La cosa fondamentale sotto gli occhi di entrambe che stiamo maturando come neanche i migliori cuvée."
"Certo. Ma io meglio di te. Sempre." conclude la mia voce a bitchy, sventolando il suo boa di piume e sparendo nell'aree per ricomparire quando vorrà e soprattutto quando saprà che mi farà venire un meraviglioso attacco di tachicardia.
Sull'onda di questa terribile certezza, io ricomincio.
Ricomincio, ricordando una bellissima domenica ad Oderzo, all'Oderzo Food Fest in compagnia di Cucina Mancina, in compagnia di Lorenza Dadduzio, madre di Cucina Mancina, in compagnia della sua energia e dei suoi sorrisi contagiosi, in compagnia di Marisa de Il Cavolo Giallo , che ha servito un menù a base di ricette del mio blog.
Ricomincio dagli incontri di quella domenica con altre blogger mancine, con autrici e fotografe. Ricomincio dagli incontri che si snodano tra le pieghe di questa tecnologia amata e altrettanto odiata, ma che mi ha fatto trovare e ritrovare tante amiche di cucina.
Ricomincio dalle amiche, che condividono abbracci e caffè virtuali con me.
Ricomincio dagli incontri che avvengono per caso, tra i terabytes del web, che però si traducono sempre in incontri di ricette, pensieri, impasti, idee e anima.
Eh sì, ricomincio da qui.
Ricomincio con una meravigliosa ricetta di Sandra Pilacchi, fotografa talentuosa, nonchè panificatrice provetta, che assieme a Barbara Elisi, Terry Giannotta e Maria Teresa Cutrone, ha portato avanti Panissimo e adesso cura le Ricette Itineranti.
Ho sempre adorato i lievitati e incontrare ognuna di loro, sul web, per me è stata una esperienza di crescita che continua ancora e spero non si interrompa mai.
Nel mio panificare senza glutine e senza tanto altro, la loro maestria, il loro fare mi ha davvero spinto ad esplorare il mondo della panificazione senza.
Ho sglutinato e privato di latte e co. alcune delle loro ricette e sempre con grande successo e imparando sempre qualcosa di nuovo.
All'appello mi mancava Sandra e ho subito rimediato, impastando questo pane dal profumo intenso, con una lievitazione che mi ha dato tante soddisfazioni e che oggi vi racconto.
Pane toscano
con licoli con farina di canapa senza glutine senza lattosio senza proteine del latte
Tuscan Bread
with liquid sourdough with hemp flour gluten free dairy free milk proteins free
Ingredienti
250 g di licoli rinfrescato (ecco la modalità di rinfresco)
500 g di farina senza glutine senza lattosio per pane Nutrifree
100 g di farina di canapa senza glutine senza lattosio Molino Rossetto
420 ml di acqua tiepida.
* ancora una volta ricordo che: per i celiaci e le persone gluten sensitive bisogna accertarsi sempre che ci sia o la SPIGA SBARRATA o l'apposita dicitura SENZA GLUTINE come da regolamento CE 41/2009, da D.L 111/1992, e nota del Ministero della Salute prot. 600.12/A32/2861. Inoltre, per ulteriori informazioni leggere anche qui e non dimenticare mai il discorso sulle tracce e contaminazioni e cross-contaminazioni. Per il lattosio e le proteine del latte controllare sempre le etichette e le diciture in esse presenti.
Procedimento
Nella ciotola della planetaria, mettete il licoli pesato e le farine pesate.
Aggiungete metà dell'acqua e cominciate ad impastare alla minima velocità con la frusta a gancio.
Dopo aver impastato così per qualche minuto, aggiungete la restante acqua e impastate aumentando la velocità fino ad ottenere un impasto liscio e consistente.
Passate quindi l'impasto in una ciotola capiente e copritela con un foglio di alluminio.
Invece del solito riposo in frigo, ponete la ciotola con l'impasto in forno con la lucina accesa o in altro luogo riparato a temperatura costante per tutta la notte o almeno dodici ore - ho impastato alle 19 di sera e ho ripreso l'impasto alle 8 del mattino successivo.
Al mattino, rovesciate l'impasto sul tavolo e formate le pagnotte
Ponete entrambe le pagnotte sulla placca ricoperta di carta forno e lasciatele lievitare di nuovo per altre quattro ore in un luogo riparato e a temperatura costante o sempre in forno con la lucina accesa.
Se lo mettete in forno a lievitare, dopo tre ore e mezza, toglietelo dal forno e lasciatelo lievitare in un luogo riparato, mentre preriscalderete il forno.
Preriscaldate il forno a 250°C.
Una volta caldo, ponete dell'acqua fredda su una leccarda nel piano più basso del forno e ponete la leccarda con le pagnotte al livello subito sopra.
Abbassate la temperatura a 200°C e cuocete per almeno 35 minuti.
Abbassate poi la temperatura a 180°C e cuocete per 20-25 minuti.
Il pane è pronto quando bussando con le nocche suona vuota e ha una bella crosta.
Una volta cotte, ponete le due pagnotte a raffreddare su una gratella.
Rimangono fragranti e perfette come quelle con tanti "con".
Sono perfette col salato e col dolce.
La farina di canapa, oltre ad arricchire di composti che ci fanno bene alla salute, dona al pane un aroma meraviglioso.
La ricetta originale di Sandra è questa.
Con questa ricetta vi invito anche a venire a trovare me e le mie colleghe dell'associazione Gluten Free Travel and Living al prossimo Gluten Free Expo 2017.
Cara Fabi ma che brava sei, vuoi iniziare bene la settimana, questo pane fa bene!!!
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
intanto grazie per il "fotografa talentuosa" che mi fa fare la ruota come un pavone! e poi, bellissimo, UNA MIA RICETTA SGUTINATA! meraviglia! la inserisco immediatamente nelle ricette itineranti con immenso piacere!
RispondiEliminagrazie!!!!!
Che bello il tuo sorriso spontaneo...proprio quello che mi regala il tuo pane dalle foto ^_^ peccato non poter fare anche l'assaggio ^_^
RispondiEliminaSplendidi sorrisi, ed una formidabile ricetta !
RispondiEliminaun pane toscano bellissimmo, fabiana, i miei complimenti!
RispondiEliminaQuanto mi piace venire da te e leggere di questa tua alter ego ... un sfacciata, un impertinente. Ma scusa lei lo saprebbe fare un pane così bello "senza"? Prova un pò a domandarglielo vah la prossima volta che la incroci. Grazie Fabi, grazie per questo bel pane e per la stima che mostri sempre nei nostri confronti. Bravissima
RispondiElimina