Tutta la discussione la potete legge qui
http://www.universocucina.com/forum/topic8586.html
La mia risposta è stata la seguente e spero che possa essere utile a chi passa di qua.
Tra le mie conoscenze scientifiche, alimentari e non spero di essere stata esauriente!
Che i chimici non se la prendano, per favore!, se il linguaggio non è strettamente chimico, ma ogni tanto usare un linguaggio terreno aiuta la comprensione ;-) :-D
Ecco qua quanto ho scritto! Buona lettura!
"Il grasso dei pesci è ricchissimo di omega3, non a caso stanno commercializzando anche pillole e perle varie ricche in omega3, ma una sana alimentazione che prevede del pesce "grasso" - e qui ci viene in aiuto il prezioso pesce azzurro - è ottimale per l'assorbimento di tali acidi.
E' anche vero che alcune specie ittiche sono ricche di colesterolo, ma buon senso vuole che non abusarne sia la risposta.
In molti consigliano l'uso di vino bianco per sgrassare il pesce oppure sbollentare il suddetto in acqua bollente, questo secondo procedimento si usa anche spesso per le salsicce di maiale.
Per il vino bianco, la spiegazione chimica che mi son data è che essendo il vino alcolico ed essendo l'alcol un solvente debolmente polare, esso "scioglierebbe" i grassi.
Per l'acqua bollente, è vero che in acqua i grassi non si sciolgono, però con il calore dell'acqua bollente i grassi da solidi ridiventano fluidi, galleggiano sull'acqua perchè meno densi e l'alimento si "sgrassa".
L'uso dell'aceto o di altri acidi "alimentari" come il succo del limone non sgrassa il pesce, ma in certe preparazioni ne aumenta la conservabilità. Abbassare l'acidità negli alimenti serve a prevenire lo proliferazione di microrganismi patogeni. Non a caso, le preparazioni in cui è prevista l'aggiunta di aceto o limone - ad esempio nelle sarde in saor e lo scapece - sono preparazioni che prevedono una prima cottura ed una prolungata conservazione aiutata dalla componente acida.
Per l'aceto faccio una ulteriore precisazione. L'aceto di vino per legge deve avere comunque un certo quantitativo di alcol. L'alcol o alcool, essendo un solvente debolmente polare, è in grado di "sciogliere" i grassi del pesce.
Che cosa è il "freschin "del pesce? E' il lezzo del pesce. Il pesce non più fresco emana un caratteristico odore forte dovuto alla presenza di trimetilamina (nei pesci marini) o da piperidina (nei pesci di acqua dolce). Normalmente nei pesci è presente il TMAO, ossido di trimetilamina utilizzato per scopi osmoregolatori, detossificanti e per alcune reazioni di ossidoriduzione del metabolismo.
Questo composto è presente nei muscoli e nelle viscere dei pesci.
La trimetilamina (o trimetilammina) e la piperidina - che deriva dall'aminoacido lisina - si formano perchè i batteri della putrefazione cominciano la loro opera e il degradarsi delle proteine porta all'accumulo di questi composti nei tessuti. All'odore contribuisce anche l'irrancidimento dei grassi.
La FAO ha proposto un limite alla concentrazione di trimetilamina presente nella carne del pesce per la commercializzazione del pesce; il limite è di 5-10mg/100g (i 100 grammi di pesce).
La trimetilamina è piuttosto solubile in acqua, come tutte le ammine; la loro solubilità aumenta in presenza di acidi, poichè le ammine si comportano da basi. Potremmo dire, che in presenza di acidi la trimetilamina presente nel pesce viene "neutralizzata" più velocemente. Ecco perchè acidi deboli quali il limone, l'aceto ma anche ortaggi con un certo tenore acido, come il pomodoro, vengono utilizzato nelle preparazioni. Ma non in tutte!
Per togliere il nitore o come lo chiamano qui il "freschin" del pesce dopo cotto, se proprio non lo si sopporta su mani, pentole, piatti e quant'altro, ci sono varie soluzioni: dal sale grosso strofinato sulla superficie delle pentole, al mezzo limone in lavastoviglie, dal cucchiaio d'aceto nella vaschetta del brillantante alla zolletta di zucchero bruciata in cucina, su un piattino, dall'apposita saponetta in acciaio per le mani al mezzo limone passato sulle medesime...insomma, una grande varietà.
Ma se non si sopporta l'odore di alcuni pesci, perchè non cambiare specie di pesce? Finchè c'è varietà di specie, godiamocela -ma senza sprechi!
Se mi sono dilungata e/o vi annoiato, perdonatemi. Si sa che son piuttosto prolissa! ."
Che cosa è il "freschin "del pesce? E' il lezzo del pesce. Il pesce non più fresco emana un caratteristico odore forte dovuto alla presenza di trimetilamina (nei pesci marini) o da piperidina (nei pesci di acqua dolce). Normalmente nei pesci è presente il TMAO, ossido di trimetilamina utilizzato per scopi osmoregolatori, detossificanti e per alcune reazioni di ossidoriduzione del metabolismo.
Questo composto è presente nei muscoli e nelle viscere dei pesci.
La trimetilamina (o trimetilammina) e la piperidina - che deriva dall'aminoacido lisina - si formano perchè i batteri della putrefazione cominciano la loro opera e il degradarsi delle proteine porta all'accumulo di questi composti nei tessuti. All'odore contribuisce anche l'irrancidimento dei grassi.
La FAO ha proposto un limite alla concentrazione di trimetilamina presente nella carne del pesce per la commercializzazione del pesce; il limite è di 5-10mg/100g (i 100 grammi di pesce).
La trimetilamina è piuttosto solubile in acqua, come tutte le ammine; la loro solubilità aumenta in presenza di acidi, poichè le ammine si comportano da basi. Potremmo dire, che in presenza di acidi la trimetilamina presente nel pesce viene "neutralizzata" più velocemente. Ecco perchè acidi deboli quali il limone, l'aceto ma anche ortaggi con un certo tenore acido, come il pomodoro, vengono utilizzato nelle preparazioni. Ma non in tutte!
Per togliere il nitore o come lo chiamano qui il "freschin" del pesce dopo cotto, se proprio non lo si sopporta su mani, pentole, piatti e quant'altro, ci sono varie soluzioni: dal sale grosso strofinato sulla superficie delle pentole, al mezzo limone in lavastoviglie, dal cucchiaio d'aceto nella vaschetta del brillantante alla zolletta di zucchero bruciata in cucina, su un piattino, dall'apposita saponetta in acciaio per le mani al mezzo limone passato sulle medesime...insomma, una grande varietà.
Ma se non si sopporta l'odore di alcuni pesci, perchè non cambiare specie di pesce? Finchè c'è varietà di specie, godiamocela -ma senza sprechi!
Se mi sono dilungata e/o vi annoiato, perdonatemi. Si sa che son piuttosto prolissa! ."
come puoi pensare di averci annoiato....questi post sono sempre molto interessanti....un bacione:-)
RispondiEliminaAnnamaria
grazie Annamaria:-*
RispondiEliminaChe bello vederti!!!
Ho letto nel pomeriggio, poi siamo partiti per la cena alla sagra della patata, ma siamo rientrati subito, per il caldo insostenibile!!!
RispondiEliminaLeggendo "nitore" mi era venuto un dubbio...io non conoscevo questa accezione, se ne imparano sempre delle cose!
Anch'io uso metodi pragmatici di casa, limone soprattutto, come marinata...pesce azzurro tutte le settimane!
omplimenti per la veste nuova, quella che avevo optato subito..poi ho capito che non mi si intonava e ho scelto il verde prato o raganella!!!
Bentrovata!!!
Ciao!!!
Un abbraccio alla famigliola!!!
Ciao Ivana!
RispondiEliminaè vero il caldo è insostenibile!ù
Ooooops, ho fatto un errore, il nitore è la lucentezza del pesce, la traduzione di "freschin" è lezzo, è quella che gli si avvicina di più.
Il tuo verde prato è bellissimo e mette allegria!
Con questo caldo la monatagna mi illude che forse si può trovare un alito di fresco, da qualche parte!
Baci Baci