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domenica 4 luglio 2010

Nonno Mario, un libro e Angkor Wat

Nonno Mario è il mio nonno materno, l’omone che si vede a destra nella foto. Quella che mi tiene tra le braccia è la mia nonna materna, AnnaMaria.
Da quella foto son passati così tanti anni, i miei nonni non ci sono più, sono i miei angeli speciali…di quella foto ricordo l’esatta ricorrenza (il battesimo di mia cugina Flavia), ricordo il vestito che portavo – bellissimo, con il corpetto blu di cotone all’uncinetto, la gonna di lino bianca con applicate delle rose blu, all’uncinetto, gonna che rimaneva bianca per pochi minuti con pochissima gioia di mia madre –, ricordo i calzettoni blu traforati, quelli di cotone che seppure leggerissimi, avevo il potere malefico di tatuarti la loro trama nella pelle, ma mica sul primo strato dell’epitelio, naaaa! andavano ben oltre… e ricordo le scarpe con l’occhio, mica quella leggere e sportive, no! quella alla caviglia, pesanti, con doppio cinturino ed il plantare dentro – e le chiamano scarpe estive! Ricordo i capelli sempre lunghi e senza mollette (freedom for ever!), i denti davanti caduti…l’alba della mia esistenza! Nonostante le scarpe pesanti, quante corse  e quanti giri sull’altalena – incidenti inclusi – e se avessi oggi un vestito come quello me lo metterei perchè  era “da grande”…
Ehm, io comincio e poi divago tra i binari dei pensieri, non sarei un buon treno, troppi deragliamenti…tornando a Nonno Mario – perchè quando penso a lui le iniziali sono sempre maiuscole – era davvero speciale! Ora mi direte “guarda che agli occhi dei nipoti tutti i nonni sono persone speciali, quasi magiche,  fa parte del DNA nonnesco essere speciali e magici”…ve lo concedo, ma Nonno Mario era speciale…pur non essendo un santo, uno scrittore, un poeta o un navigatore, pur non essendo un capitano d’industria o un illustre professore…No...
Nonno Mario era “ romano de’ Trastevere”, i suoi genitori avevano terra a Maccarese, erano contadini e di loro ho il ricordo sfumato di una vecchia foto in bianco e  nero, non ricordo se fosse arrivato all’avviamento o avesse la quinta elementare, aveva una ampia cultura da autodidatta…mi ricordo che faceva i cruciverba della  Settimana Enigmistica, soprattutto quelli difficili -  e non ne sbagliava uno! –, fumava le  Esportazioni senza filtro, quelle con il pacchetto di quel bel verde che adesso va tanto di modo e la silhuoette della caravella,  a vele spiegate su, a casa aveva sempre pacchetti di cerini e mi ricordo che mi divertivo da matti a vedere le illustrazioni…Nonno Mario lavorava nel cinema, guidava i camion e si occupava delle attrezzature del gruppo luci; lavorando nel cinema, aveva viaggiato, anche in condizioni molto poco piacevoli – ma come te le raccontava sembrava sempre una passeggiata! – e da ogni luogo aveva portato oggetti che arredavano la sua casa,  foto in bianco e nero e ricordi e racconti. Parlava poco degli anni della guerra, ma parlava molto dei suoi viaggi…eppoi, ogni volta che andavo dai nonni io li avevo davanti agli occhi,  perchè gli oggetti che vedevo raccontavano…
Come si collega tutto ciò ad un libro?  E ad Angkor Wat?Ai miei genitori è sempre piaciuto leggere ed io ho sfogliato libri sin da che ho cominciato a camminare – e ho cominciato presto ;-). Tra i libri di mio padre c’era un volume bellissimo, ricco di foto, che parlava delle meraviglie del mondo, luoghi archeologici sparsi per il globo, nell’emisfero australe e boreale. E io ho fatto tanti di quei viaggi seguendo quelle immagini – magari, un giorno racconterò del poncho, di Machu Picchu e del prozio viaggiatore. In copertina quel libro aveva una bellissima foto di Angkor Wat e mio nonno  a casa aveva un dipinto, portato dalla Cambogia, proprio di Angkor Wat. Anche noi avevamo a casa un dipinto di un tempio cambogiano, ma non era Angkor Wat… Nonno Mario andò in Cambogia per “Lord Jim” – anche se il suo nome, come quello di altri lavoranti, non compare nei titoli di coda, che per inciso nessuno guarda. 
Credo che nella mia mente di piccola infante, il dipinto in casa di Nonno Mario, le sue foto di Angkor Wat e la copertina del libro simboleggiassero già il VIAGGIO…solo il nome suscitava in me mistero, curiosità, magia…Quanti pomeriggi ho passato a guardare le vecchie foto del nonno e quanti altri pomeriggi a leggere e rileggere il libro…ho viaggiato fino ad Angkor Wat senza mai andar via di casa,  ho camminato per i viali che conducono al tempio tramite le parole dette e lette, ho in testa l’immagine dei bassorilievi e dei pinnacoli, dei prati e degli alberi intorno e anche dell’aria…Pur non essendoci mai fisicamente stata, spiritualmente ci sono stata tantissime volte…grazie a Nonno Mario e ai suoi ricordi. Mi ha sempre fatto viaggiare con un biglietto speciale e non è mica da tutti! 
Per vari accadimenti poi, viaggiò sempre meno, pur continuando a lavorare…dovette smettere di fumare– purtroppo gli effetti collaterali del fumo lo colpirono severamente –, ma non smise di fare i cruciverba difficili della Settimana Enigmistica…i ricordi della mia adolescenza legati a lui sono agrodolci - ma si sa l’adolescenza sa essere acre!- e anche meno vividi. Invece, quelli legati alla mia infanzia sono ancora vivi e splendidi. Anche mio padre ama fare i cruciverba difficili della Settimana Enigmistica. E io ho la stessa passione per la Settimana Enigmistica…incredibilmente anche Alessio comincia a divertirsi tanto con i cruciverba crittografici …lo scienziato che è in me rifiuta a priori l’idea, ma alla mia voce poetica piace tanto l’idea che i ricordi possano essere trasmessi con il DNA…
Ciao Nonno Mario, grazie per esserci stato.

9 commenti:

  1. Non tutti i nonni sono magici e speciali, alcuni lo sono molto più di altri, inutile negarlo, sei stata fortunata ad averne uno così ed è bellissimo leggere questo tuo ricordo. Nel mio cuore c'è un posto speciale per la nonna materna, una seconda mamma veramente, poi ci sono entrambi i nonni che ricordo con tanto affetto. Ancora ho la nonna paterna, ma purtroppo non c'è mai stato quell'attaccamento che a volte rimpiango ripensando all'altra nonna...

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  2. che bellissimo racconto ci hai regalato, fabiana!
    è bello condividere questi racconti di vita, questi ricordi.
    e la foto.. ah! la foto, ci porta indietro nel tempo.
    grazie, davvero
    p.s. ma mi sbaglio ho hai cambiato la "faccia" al blog? molto carina. e quel pargolo dalla faccia furbetta chi è, fammi immaginare... dev'essere tuo figlio :-)))
    ma è furbetto come sembra, vero?

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  3. Cara Fabi!

    Come potrei non "gustare a fondo" una storia bellissima come questa...che io chiamo da me "strettamente personale".
    Sono dei tesori che stanno dentro alla mente e al cuore...poi sono universali, risvegliano in ciascuno di noi memorie parallele!!!
    a presto
    Un abbraccio!!!

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  4. grazie a tutte!
    @ Milla capisco bene cosa intendi. Alcuni nonni sono più speciali di altri
    @Gaia si la faccia furbetta è quella del mio cucciolo! Una foto della scorsa estate. Eh si è furbetto proprio come sembra! Una vera gioia :-DDD
    @Ivana grazie come sempre delle tue parole
    Baci Baci e buon lunedi

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  5. Ciao, Fabiana. Potrei ricalcare le osservazioni di Ivana: l'accenno alle Nazionali senza filtro e alla Settimana Enigmista mi hanno immediatamente ricordato mio padre.Una bellissima pagina di vita la tua e certamente un nonno specialissimo
    ti abbraccio
    eugenia

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  6. @ Eugenia
    grazie mille, ricambio di cuore l'abbraccio
    :-*

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  7. Anche a me, con il tuo racconto hai fatto riaffiorare dei ricordi!Ora anch'io sono nonna e spero di diventare speciale per i miei nipoti. Purtroppo l'ultima non la vedo molto!!

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  8. @ Solema benritrovata!
    So che è triste vedere poco i nipoti, mia mamma me lo ripete sempre, ma per i nipoti i nonni lontani sono comunque speciali e importantissimi! Sai, che vengano i nonni o che si vada dai nonni è un evento.
    Un abbraccio grande -*

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  9. Ogni vita è un romanzo che andrebbe scritto diceva mia nonna Nahmoe...la scrittura tante volte rimane nei nostri cuori e non viene mai letto da 'esterni'. Ti ringrazio per aver dato a tutti noi la possibilità di leggere un po del romanzo di nonno Mario. Viene interiorizzato e fatto parte di noi...così che il DNA tua comincia farne parte anche di noi, anche se solo nel cuore!
    Cari saluti da Ponente, P

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