sabato 31 luglio 2010

Pensiero 2

Salice piangente
la mano che accarezza il sogno,
il tempo-corrente lo lava via dagli occhi...


Travel Moleskine 1: Il roseto di Bamberg

“Ma sarà meglio uno scatter plot semplice o complesso? E perché non uno vertical bar stacked?” oppure “ma è meglio fare lo smoothing gaussanio o quadratico/bicubico?”…questi sono i dilemmi esistenziali che in questi giorni affollano il mio cervello e ogni tanto quel che ne resta cerca disperatamente una via di fuga.
E allora che faccio??? Nelle brevi pause, tra un dilemma e l’altro, mi metto a riordinare le cartelle di foto che ho nel computer…nel frattempo piccole idee risalgono la corrente e crescono…così nasce l’idea delle mie travel moleskine virtuali.
Le moleskine, quei taccuini/agende dalla copertina nera con l’elastico rigorosamente nero, le cui piccole dimensioni le rendono adatte ad essere portate ovunque, sono sinonimo di viaggio e di viaggiatore. Nei miei piccoli viaggi ho sempre avuto con me se non una moleskine un quadernetto assai simile su cui raccoglievo impressioni, idee, sensazioni…oltre a cercare di fotografare ( io cerco sempre di fare le cose, ma non ho detto che mi riescano ;-) ) ciò che vedevo con gli occhi, cercavo di “fotografare” il pensiero di quel momento. I miei appunti finivano poi dentro le guide turistiche, che ovviamente assumevano l’aspetto di maritozzi troppo farciti (e dire che non sono mai stati i miei dolci preferiti…). Ovviamente, quando se ne prende in mano una, può accadere che si apra lasciando svolazzare ovunque il suo contenuto, biglietti, scontrini, appunti…questo corrobora l’idea di mio marito, ovvero che il mio vero nome è caos…io non sono disordinata, vivo in un caos ben organizzato… a mio parere…
Ma sto divagando... meglio tornare in tema, ovvero alle travel moleskine e agli appunti stipati nelle mie, pardon nelle nostre guide turistiche…eh, si! siamo “turisti fai da te” ma con guida turistica al seguito, comprata prima di partire e della quale si legge con attenzione tutto ciò che è scritto in piccolo.
Per esperienza sappiamo che quello che le guide spesso considerano poco importante è in realtà una miniera di sensazioni…la guida ti dice “bisogna andare a vedere il tal monumento nella via pinco pallino…” e tu vai, solo che ti accorgi che se invece di andare dritto il tuo sguardo di sguincio devia a sinistra ti imbatti in una qualche piccola meraviglia, che bellamente la guida ignora.
Ecco, ho la presunzione di voler raccontare in questo mio spazio virtuale questo e ho deciso di cominciare da Bamberg.
La scorsa estate, la giornata più calda della stagione, sorella prematura di alcune delle giornate caldissime appena passate, alte temperature e umidità alle stelle persino in Germania…ennesimo viaggio in Baviera, la tappa quel giorno era Bamberg, in italiano Bamberga, città che sorge su sette colli come Roma, attraversata da un fiume come Roma, non biondo come il Tevere, e patrimonio dell’Unesco dal 1993…con queste premesse arrivati in città e trovato parcheggio, ci incamminiamo con l’obiettivo di andare a visitare la Domplatz, che dicono essere una delle più belle piazze della Germania – non a torto eh!, ma il meglio deve ancora arrivare…
Oltre ad essere una giornata caldissima, si festeggiava una ricorrenza particolare della città, quindi lungo le sponde del fiume Regnitz era pieno di bancarelle, soprattutto di cibarie…bratwurst über alles fin dalla mattina presto e ovviamente birra…
la Domplatz è ovviamente in cima ad uno dei colli e altrettanto ovviamente noi saliamo a piedi, che con il caldo non è proprio l’idea migliore…chissà perché, quando siamo in viaggio, quasi mai scegliamo l’idea migliore…però salendo salendo ci godiamo delle istantanee della città, che facendo la strada facile avremmo perso.

Sudati e accaldati arriviamo finalmente in cima alla Domplatz, alla sinistra il duomo imponente, alla destra la Neue Residenz…rapidamente vediamo dove si dirige la folla e andiamo dalla parte opposta! Quindi, ci dirigiamo alla Neue Residenz, anche in cerca di ristoro, paghiamo il biglietto per entrare e… invece di salire le scale, decisi andiamo verso il cortile.
Giriamo semplicemente un angolo eh!  Ma di fronte a noi si apre un magnifico giardino... un giardino di rose, meravigliosamente in fiore e di ogni colore, mentre le nostre labbra disegnano un bel “o” di sorpresa, quasi fossimo bambini che ricevono il giocattolo tanto agognato! In quella calura un oasi di meraviglia è apparsa ai nostri occhi!

Non mi intendo di architettura né tantomeno di architettura di giardini, però credo si possa definirlo giardino all’italiana, con vialetti, fontane e statue, ma la vera opera d’arte sono le rose...tutto il resto le incornicia rendendole ancora più belle, persino il panorama che si gode dal giardino.







Bamberg è un’ostrica che custodisce gelosamente questa perla, bisogna faticare un po’ per vederla, ma ne vale assolutamente la pena.
 


Tutto il resto…Neue Residenz, Duomo, l’Altes Rathaus, ecc. …? Belli, belli, ma, eccezione che conferma la regola, il roseto non menzionato nelle guide turistiche è indimenticabile!



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mercoledì 28 luglio 2010

martedì 27 luglio 2010

Ola Mirko

Sempre più spesso i miei pensieri sono come fini particelle di argilla che impiegano diverso tempo per sedimentare...non è un periodo sereno, diciamolo...decisamente ne ho visti di migliori. Non voglio sembrare una lagnosa che si piange addosso per ogni battito d'ala di farfalla che sconvolge il caos del'universo (non sono neanche una  complessista!), però decisamente non è un periodo sereno, tutto qui.
Piccoli accadimenti si sommano ad altri accadimenti dolorosi, finchè ne arriva uno che ti colpisce al cuore, ti lascia con lacrime secche, che bruciano agli angoli degli occhi...
Mirko se n'è andato...lo scorso martedì di sera tardi.
Mirko fece la sua tesi di laurea nel laboratorio dove da anni lavoro. Poi, dopo la laurea, trovò lavoro in un laboratorio di analisi. Molti studenti passano e vanno, ma con alcuni chissà perchè rimane un filo rosso che ci tiene in contatto. Il filo rosso con Mirko erano amici comuni, matrimoni di amici comuni et similia, eppoi sms o mail per gli auguri...cose così...
Quattro anni fa Mirko si è ammalato: un tumore al cervello, aggressivo e armato fino ai denti, diagnosi che definire brutale è fare un complimento,  una odissea di dolore, ma tanta forza d'animo e volontà di vivere...tantissimi gli amici a fare il tifo per lui e tantissimi conoscenti come me che si univano al tifo e tutti gli sms, le mail nutrivano quel piccolo filo rosso e ad ogni buona notizia ( ma non sono sempre state buone le notizie) si faceva la "ola" tutti insieme...erano passi piccoli, ma andava bene così.
Due anni fa ci rincontrammo al matrimonio di due nostri comuni amici...che bello! vederlo in piedi al braccio di sua sorella salire le scale! Quanto abbiamo chiacchierato!
Si fa sempre una netta distinzione tra amicizia e conoscenza...credo che io Mirko fossimo dei buoni conoscenti che trovandosi a viaggiare nella loro vita, quando capitava l'occasione d'incontro erano capaci di comunicare. Forse è poco, forse è tanto. Forse è, punto.
Personalmente e profondamente credo che nella vita ogni incontro, che sia durato un attimo o un anno o più ( a volte il tempo cronologico non è il metro più giusto per misurare le cose), mi abbia lasciato un segno e spero che in quei momenti anche io sia stata capace di lasciare un segno nell'altro...Con Mirko è semplicemente successo questo e ho potuto dirglielo più volte con gioia -  che non è cosa da poco, secondo me.
 Mirko non si è arreso. Mai.
Semplicemente, la medicina ha dei limiti, diagnostici, strumentali, analitici e che dir si voglia, il tumore limiti non ne ha, ma neanche la volontà di Mirko!
Ogni anima è preziosa, della brillantezza della sua anima abbiamo goduto tutti, però per troppo poco tempo...quelli che lo hanno amato, gli amici, i parenti, i conoscenti, ognuno si porta dentro un segno speciale...
Io porto con me nel cuore due immagini, lui che sale le scale al braccio di sua sorella, il suo modo di aggiustarsi la tesa dell'inseparabile cappellino e gli inseparabili occhiali da sole dalle lenti blu e...che anche sulla roccia più nuda e cruda i fiori crescono - e questo dovrei proprio ricordarmelo più spesso.



Ola Mirko.

sabato 24 luglio 2010

Feta and anguria senza glutine senza latte vaccino ...la strana coppia...because Nigella Rulez!!! ... Feta and watermelon gluten free cow milk free ... the weird couple ... because Nigella rulez!!!

Parto un po’ da lontano e con un titolo che di per sè è tutto un programma…
Sebbene dentro di me non arda l’anima di una vera foodblogger e sebbene questo non sia un vero foodblog, adoro tutto quello che gravita intorno all’universo cucina ed alimentazione.
Ho addirittura la presunzione di pensare che questo spazio virtuale sia un soulfood blog, cibo per lo spirito…
Oltre ad adorare tutto quello che gravita intorno all’alimentazione e alla cucina, ho non una vena ma un’arteria anglofila, quindi tutto quello che è English-british-OldAmerican kitchen style è perfetto!
Con questa premessa è facile capire che sono anche io una fan di Nigella Lawson.
Nomen Omen.
Non seguendo le sue trasmissioni, mi contento di libri e sito web e l’anno scorso mi sono innamorata di una sua ricetta, in realtà mi sono innamorata dell’intuizione geniale di questa strana coppia: la feta e l’anguria.

Feta and anguria senza glutine senza latte vaccino 
Feta and watermelon gluten free cow milk free 

 La ricetta di Nigella era più articolata, io nel mio perfetto chaltron style l’ho riportata alla sua essenzialità.
…è di una semplicità disarmante, ma è ricca di sapori e profumi.
Darvi gli ingredienti è il minimo, ma darvi le dosi sarebbe quasi un insulto, perchè questa è una vera non ricetta – come direbbe il mio amico di fora Roberto RDG!
Certo le mie foto non sono incoraggianti per una vostra prova, ma cercate di immaginarvi una serata calda, molto calda, come quelle di pochi giorni fa... poco appetito, solo tanta voglia di stare freschi, di non accendere i fornelli e di rilassarsi...
e allora si prende una fetta di feta per commensale e la si taglia a dadini regolari, poi si prende una bella fetta di anguria
…diciamo che la quantità di anguria deve essere proporzionale alla quantità di feta
….allora prendiamo la nostra bella fetta di anguria, la liberiamo di scorza e semini, la tagliamo a dadini regolari e mettiamo l’anguria e la feta assieme nella stessa terrina, meglio quelle a bordi non troppo alti per facilitare il mescolamento, oppure delle terrine monoporzione
…poi un filo di olio extravergine di oliva, e sul sentore dell’olio scegliete a gusto, io nelle insalate opto sempre per un sentore delicato che non “ammazzi” i profumi delle insalate
…ed infine tenere foglie di menta fresca,  niente sale, a chi piace giusto un cicinin di pepe…
E godetevi il contrasto delle consistenze e dei profumi!
Ho scoperto che dà dipendenza, visto che ormai dalla scorsa estate è un must della mia tavola ed è anche una ottima scusa per utilizzare la menta che ho sul balcone – che in realtà servirebbe per i mojitos, ma a me non piacciono e quindi…
Ah! provata anche nella variante con il melone, ma non si sposano come nella prima variante…



Come è giusto che sia vi metto il link della ricetta originale, quella di Nigella http://www.nigella.com/recipe/recipe_detail.aspx?key=W&rid=288

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venerdì 23 luglio 2010

Buon Compleanno Mario

Buon compleanno gentil consorte! tantissimi auguri di tutto cuore e un carico enorme di pazienza e pazienza e pazienza per la sottoscritta moglie che sopporti e alla quale vuoi tanto tanto bene (anche quando ti riempie la testa di quesiti sul computer, ma non la fa poi così spesso...vero???) Un altro carico enorme di abbracci e baci dal nostro cucciolo stupendo per il suo papà speciale! 
A tutti coloro che leggeranno: questo si chiama uso completamente personale del mezzo pubblico! Perdonatemi, ma era doveroso farlo :-DDD 
Un abbraccio grandissimo e alla prossima 
Baci Baci




domenica 4 luglio 2010

Nonno Mario, un libro e Angkor Wat

Nonno Mario è il mio nonno materno, l’omone che si vede a destra nella foto. Quella che mi tiene tra le braccia è la mia nonna materna, AnnaMaria.
Da quella foto son passati così tanti anni, i miei nonni non ci sono più, sono i miei angeli speciali…di quella foto ricordo l’esatta ricorrenza (il battesimo di mia cugina Flavia), ricordo il vestito che portavo – bellissimo, con il corpetto blu di cotone all’uncinetto, la gonna di lino bianca con applicate delle rose blu, all’uncinetto, gonna che rimaneva bianca per pochi minuti con pochissima gioia di mia madre –, ricordo i calzettoni blu traforati, quelli di cotone che seppure leggerissimi, avevo il potere malefico di tatuarti la loro trama nella pelle, ma mica sul primo strato dell’epitelio, naaaa! andavano ben oltre… e ricordo le scarpe con l’occhio, mica quella leggere e sportive, no! quella alla caviglia, pesanti, con doppio cinturino ed il plantare dentro – e le chiamano scarpe estive! Ricordo i capelli sempre lunghi e senza mollette (freedom for ever!), i denti davanti caduti…l’alba della mia esistenza! Nonostante le scarpe pesanti, quante corse  e quanti giri sull’altalena – incidenti inclusi – e se avessi oggi un vestito come quello me lo metterei perchè  era “da grande”…
Ehm, io comincio e poi divago tra i binari dei pensieri, non sarei un buon treno, troppi deragliamenti…tornando a Nonno Mario – perchè quando penso a lui le iniziali sono sempre maiuscole – era davvero speciale! Ora mi direte “guarda che agli occhi dei nipoti tutti i nonni sono persone speciali, quasi magiche,  fa parte del DNA nonnesco essere speciali e magici”…ve lo concedo, ma Nonno Mario era speciale…pur non essendo un santo, uno scrittore, un poeta o un navigatore, pur non essendo un capitano d’industria o un illustre professore…No...
Nonno Mario era “ romano de’ Trastevere”, i suoi genitori avevano terra a Maccarese, erano contadini e di loro ho il ricordo sfumato di una vecchia foto in bianco e  nero, non ricordo se fosse arrivato all’avviamento o avesse la quinta elementare, aveva una ampia cultura da autodidatta…mi ricordo che faceva i cruciverba della  Settimana Enigmistica, soprattutto quelli difficili -  e non ne sbagliava uno! –, fumava le  Esportazioni senza filtro, quelle con il pacchetto di quel bel verde che adesso va tanto di modo e la silhuoette della caravella,  a vele spiegate su, a casa aveva sempre pacchetti di cerini e mi ricordo che mi divertivo da matti a vedere le illustrazioni…Nonno Mario lavorava nel cinema, guidava i camion e si occupava delle attrezzature del gruppo luci; lavorando nel cinema, aveva viaggiato, anche in condizioni molto poco piacevoli – ma come te le raccontava sembrava sempre una passeggiata! – e da ogni luogo aveva portato oggetti che arredavano la sua casa,  foto in bianco e nero e ricordi e racconti. Parlava poco degli anni della guerra, ma parlava molto dei suoi viaggi…eppoi, ogni volta che andavo dai nonni io li avevo davanti agli occhi,  perchè gli oggetti che vedevo raccontavano…
Come si collega tutto ciò ad un libro?  E ad Angkor Wat?Ai miei genitori è sempre piaciuto leggere ed io ho sfogliato libri sin da che ho cominciato a camminare – e ho cominciato presto ;-). Tra i libri di mio padre c’era un volume bellissimo, ricco di foto, che parlava delle meraviglie del mondo, luoghi archeologici sparsi per il globo, nell’emisfero australe e boreale. E io ho fatto tanti di quei viaggi seguendo quelle immagini – magari, un giorno racconterò del poncho, di Machu Picchu e del prozio viaggiatore. In copertina quel libro aveva una bellissima foto di Angkor Wat e mio nonno  a casa aveva un dipinto, portato dalla Cambogia, proprio di Angkor Wat. Anche noi avevamo a casa un dipinto di un tempio cambogiano, ma non era Angkor Wat… Nonno Mario andò in Cambogia per “Lord Jim” – anche se il suo nome, come quello di altri lavoranti, non compare nei titoli di coda, che per inciso nessuno guarda. 
Credo che nella mia mente di piccola infante, il dipinto in casa di Nonno Mario, le sue foto di Angkor Wat e la copertina del libro simboleggiassero già il VIAGGIO…solo il nome suscitava in me mistero, curiosità, magia…Quanti pomeriggi ho passato a guardare le vecchie foto del nonno e quanti altri pomeriggi a leggere e rileggere il libro…ho viaggiato fino ad Angkor Wat senza mai andar via di casa,  ho camminato per i viali che conducono al tempio tramite le parole dette e lette, ho in testa l’immagine dei bassorilievi e dei pinnacoli, dei prati e degli alberi intorno e anche dell’aria…Pur non essendoci mai fisicamente stata, spiritualmente ci sono stata tantissime volte…grazie a Nonno Mario e ai suoi ricordi. Mi ha sempre fatto viaggiare con un biglietto speciale e non è mica da tutti! 
Per vari accadimenti poi, viaggiò sempre meno, pur continuando a lavorare…dovette smettere di fumare– purtroppo gli effetti collaterali del fumo lo colpirono severamente –, ma non smise di fare i cruciverba difficili della Settimana Enigmistica…i ricordi della mia adolescenza legati a lui sono agrodolci - ma si sa l’adolescenza sa essere acre!- e anche meno vividi. Invece, quelli legati alla mia infanzia sono ancora vivi e splendidi. Anche mio padre ama fare i cruciverba difficili della Settimana Enigmistica. E io ho la stessa passione per la Settimana Enigmistica…incredibilmente anche Alessio comincia a divertirsi tanto con i cruciverba crittografici …lo scienziato che è in me rifiuta a priori l’idea, ma alla mia voce poetica piace tanto l’idea che i ricordi possano essere trasmessi con il DNA…
Ciao Nonno Mario, grazie per esserci stato.

Se lo ami, legalo!

I blog per la sicurezza
Il titolo fa molto Almodovar - per gli accenti fate vobis che c'ho una tastiera "normale" - , in realtà è una campagna seria e giustissima che condivido con grandissimo piacere.
Ho saputo di questa campagna tramite "Le mamme non mettono i tacchi alti" di Luana Troncanetti su FB.
Anche io sono una mamma senza tacchi, come dice Luana "una staccata". Vorrei vedere voi correre su e giù per i ponti di Venezia, con borse e borsette amorevolemente definite dalle mie amiche di autobus "marsupio da canguro", con l'incubo perenne di perdere l'ultimo autobus utile per andare a prendere Ale a scuola...adesso l'incubo ha un finale diverso: andare a prendere Ale dalla tata o baby-sitter, che dir si voglia.
Ma torniamo a noi..."Se lo ami legalo", è impressionante leggere le statistiche riportate sui siti menzionati. 
Ale da sempre ha avuto il suo seggiolino, è sempre stato legato con la cintura di sicurezza, anche adesso, nonostante l'altezza ha la sua pedana e si deve allacciare la cintura! Cosa che mio marito gli ricorda a martello pneumatico e fa bene!
Volete sapere se piangeva? si ogni tanto, come tutti i normali bambini, ma nei viaggi in macchina io sedevo dietro con lui e tra canzoncine e filastrocche il tempo passava. Eppoi, Ale spesso consolava la mamma che soffre il mal d'auto. Ale? Nooooo, può persino leggere in macchina, sui tornanti di montagna e niente! Sembra nato per i viaggi in macchina...beato lui.
Da zia, confermo che anche i miei due nipoti son spesso legati, capricci inclusi, ma così è: in macchina si sta sul seggiolino e cinturati!
Ho visto molti bimbi della sua età già senza pedana e anche sui sedili anteriori, mio figlio no! Non lo facciamo perchè siamo genitori bravissimi ed impeccabili, ma semplicemente perchè "lo amiamo tanto da legarlo"!
Ho sempre detto ad Ale che gli sto mettendo da parte i soldi per la psicoanalisi quando sarà più grande, ma vorrei ci arrivasse vivo e tutto intero.
Lo so, sono una degenerata, mi cospargo il capo di cenere da sola, ma lo ripeto meglio che mettano il muso, che gridino, che piangano ma cinturati, piuttosto che pianger noi, perchè gli incidenti accadono, mica solo agli altri, anche a noi. 
E non è che l'angelo custode o San Cristofaro sia sempre lì a proteggerci, ogni tanto qualche distrazione capita pure a loro, ma son distrazioni che non si dimenticano...e allora evitiamole!
Prevenire è meglio che curare! Sempre.
Eppoi, come dicevano i nonni "piangere gli allarga i polmoni"...gli stiamo facendo un favore, piangendo aumentano la loro capacità respiratoria.
Mamme e papà, se li amate legateli!
Che è meglio
Baci Baci

sabato 3 luglio 2010

Comunicare o non comunicare?

Questo è il dilemma…
tra il serio ed il faceto, vi racconto questa...dialogo tra due persone, una dice all'altra "Sai, pensavo..." e la seconda risponde "ancora?"...
La prima persona ero io. Per quanto guardi più il lato faceto della situazione, il lato serio mi dà delle perplessità...
Per inciso, la seconda persona non era il mio consorte; è più intelligente quando fa delle battute ;-)
Tornando alle mie perplessità su cui ragiono, rumigino, mi arrovello e ragiono di nuovo da un bel po’, oggi pomeriggio mentre ero su FaceBook leggo:
"A compassionate attitude opens our inner door, and as a result it is much easier to communicate with others. If there is too much self-centered attitude, then fear, doubt and suspicion come and as a result our inner door closes. Then it is very difficult to communicate with others." (Dalai Lama).
Questo pensiero sta alla mia anima preciso come un guanto! 
Comunicare con gli altri significa aprire le porte interiori e per far ciò abbiamo bisogno di essere “compassionate”, che non è soltanto essere compassionevoli, ma anche essere indulgenti, misericordiosi, sensibili, umani, buoni, comprensivi, tolleranti, ecc.
Certo è che non possiamo pretendere che chiunque incontriamo sia nello stato di "compassionate attitude" di cui parla il Dalai Lama. 
La comunicazione va ben oltre la reciproca simpatia e/o antipatia. 
Comunicare è esprimersi, è l'apertura della nostra porta interiore, è dare un invito agli altri... è condividere se stessi, condividere il proprio viaggio di vita. Ora, potremmo incontrare persone con poca o nessuna voglia di condividere la comunicazione...  però tra la non condivisione della comunicazione e l'incomprensione ci dovrebbe essere una sottile differenza...tra l'incomprensione e la mal comprensione ci dovrebbe essere un'altra sottile differenza...
E’ un momento in cui avverto la mancanza di comunicazione (lack of communication, e non luck of communication) come fosse una perdita di tempo,  energia sprecata - nonostante si debba aumentare l'entropia dell’universo. 
Sembra che più potenti siano i mezzi di comunicazione, meno efficienti siano, e non soltanto perchè ci mettano o meno un bavaglio... 
Accadimenti anche recenti mi portano sempre più a credere che ci sono persone il cui sport preferito è mal comprendere gli altri e diffondere tale mal comprensione a tambur battente…Che fare??? 
Mi era balenata l’idea di scrivere un cartello, da appendere intorno al collo, “Io voglio comunicare con gli altri, astenersi rompibolle e disinteressati”, ma non credo sortirebbe effetto alcuno. Oppure potrei andare in giro con una tavoletta di legno, vestita di accappatoio bianco, parlando come il famoso guru di Quelo…che nella sua surrealtà almeno ti amazzava di risate…
Ecco, di fronte a certe persone io “c’ho grossa crisi, miagolo nel buio e vado a dentoni…mi chiedo come mai? come dove nel mondo, dove chi, perchè, quando?” ed in ogni caso “la risposta è dentro di me, ma è sbagliata!” Eppoi “mica posso fa’ tutto io! te lo sai a che ora mi sono alzata stamattina?” Ecco, di fronte a certe persone, invece di aprire la porta, mi devo ricordare di queste perle di saggezza foggiana e assumere un aria di compatimento e non di compassione. Loro non capiranno la differenza, io si…perchè penso ancora e lo faccio ogni giorno di più! Lo so, è un brutto vizio da forte dipendenza…vabbè, prima o poi andrò in rehab pure io…ma poi…poi eh…
E sulle note dei Cranberries che da San Giuliano giungono fin qui, buonanotte ;-)

Come sgrassare il pesce? Come togliere il "freschin del pesce?"

Nel forum di cucina che seguo in una delle discussioni sono stati posti questi interrogativi
Tutta la discussione la potete legge qui
http://www.universocucina.com/forum/topic8586.html
La mia risposta è stata la seguente e spero che possa essere utile a chi passa di qua.
Tra le mie conoscenze scientifiche, alimentari e non spero di essere stata esauriente!
Che i chimici non se la prendano, per favore!, se il linguaggio non è strettamente chimico, ma ogni tanto usare un linguaggio terreno aiuta la comprensione ;-) :-D
Ecco qua quanto ho scritto! Buona lettura!
"Il grasso dei pesci è ricchissimo di omega3, non a caso stanno commercializzando anche pillole e perle varie ricche in omega3, ma una sana alimentazione che prevede del pesce "grasso" - e qui ci viene in aiuto il prezioso pesce azzurro - è ottimale per l'assorbimento di tali acidi.
E' anche vero che alcune specie ittiche sono ricche di colesterolo, ma buon senso vuole che non abusarne sia la risposta.
In molti consigliano l'uso di vino bianco per sgrassare il pesce oppure sbollentare il suddetto in acqua bollente, questo secondo procedimento si usa anche spesso per le salsicce di maiale.
Per il vino bianco, la spiegazione chimica che mi son data è che essendo il vino alcolico ed essendo l'alcol un solvente debolmente polare, esso "scioglierebbe" i grassi.
Per l'acqua bollente, è vero che in acqua i grassi non si sciolgono, però con il calore dell'acqua bollente i grassi da solidi ridiventano fluidi, galleggiano sull'acqua perchè meno densi e l'alimento si "sgrassa".
L'uso dell'aceto o di altri acidi "alimentari" come il succo del limone non sgrassa il pesce, ma in certe preparazioni ne aumenta la conservabilità. Abbassare l'acidità negli alimenti serve a prevenire lo proliferazione di microrganismi patogeni. Non a caso, le preparazioni in cui è prevista l'aggiunta di aceto o limone - ad esempio nelle sarde in saor e lo scapece - sono preparazioni che prevedono una prima cottura ed una prolungata conservazione aiutata dalla componente acida.

Per l'aceto faccio una ulteriore precisazione. L'aceto di vino per legge deve avere comunque un certo quantitativo di alcol. L'alcol o alcool, essendo un solvente debolmente polare, è in grado di "sciogliere" i grassi del pesce.
Che cosa è il "freschin "del pesce? E' il lezzo del pesce. Il pesce non più fresco emana un caratteristico odore forte dovuto alla presenza di trimetilamina (nei pesci marini) o da piperidina (nei pesci di acqua dolce). Normalmente nei pesci è presente il TMAO, ossido di trimetilamina utilizzato per scopi osmoregolatori, detossificanti e per alcune reazioni di ossidoriduzione del metabolismo.
Questo composto è presente nei muscoli e nelle viscere dei pesci.
La trimetilamina (o trimetilammina) e la piperidina - che deriva dall'aminoacido lisina - si formano perchè i batteri della putrefazione cominciano la loro opera e il degradarsi delle proteine porta all'accumulo di questi composti nei tessuti. All'odore contribuisce anche l'irrancidimento dei grassi.
La FAO ha proposto un limite alla concentrazione di trimetilamina presente nella carne del pesce per la commercializzazione del pesce; il limite è di 5-10mg/100g (i 100 grammi di pesce).
La trimetilamina è piuttosto solubile in acqua, come tutte le ammine; la loro solubilità aumenta in presenza di acidi, poichè le ammine si comportano da basi. Potremmo dire, che in presenza di acidi la trimetilamina presente nel pesce viene "neutralizzata" più velocemente. Ecco perchè acidi deboli quali il limone, l'aceto ma anche ortaggi con un certo tenore acido, come il pomodoro, vengono utilizzato nelle preparazioni. Ma non in tutte! 
Per togliere il nitore o come lo chiamano qui il "freschin" del pesce dopo cotto, se proprio non lo si sopporta su mani, pentole, piatti e quant'altro, ci sono varie soluzioni: dal sale grosso strofinato sulla superficie delle pentole, al mezzo limone in lavastoviglie, dal cucchiaio d'aceto nella vaschetta del brillantante alla zolletta di zucchero bruciata in cucina, su un piattino, dall'apposita saponetta in acciaio per le mani al mezzo limone passato sulle medesime...insomma, una grande varietà.
Ma se non si sopporta l'odore di alcuni pesci, perchè non cambiare specie di pesce? Finchè c'è varietà di specie, godiamocela -ma senza sprechi! [smilie=007.gif] 
Se mi sono dilungata e/o vi annoiato, perdonatemi. Si sa che son piuttosto prolissa! [smilie=011.gif]."

Ho cambiato vestito...

al blog!
Era da un po' troppo che aveva su lo stesso vestitino. Tra il caldo, i cambi di stagione, gli accadimenti della vita, un restyling ci sta. E fa bene anche alla mente.
Come sempre, il tempo per lo svago - ovvero la scrittura del blog -  è troppo poco, il lavoro padroneggia con le sue varie implicazioni...ultimamente molto poco felici, anche grazie ad alcuni colleghi...
Ma si sa se tutti i colleghi fossero bravi e buoni sarebbe troppo bello e perfetto lavorare, magari anche noioso...tutto filerebbe troppo liscio.
Dopo ore di scambi di opinioni, dopo discorsi, corsi e ricorsi, mi son resa conto che se un collega vuole non capirti, capirti nel modo sbagliato, romperti le bolle per renderti il lavoro difficile e ostico, lo farà a prescindere da qualunque cosa tu faccia...semplicemente ignorarti non sarebbe sufficiente...eh no! Soprattutto se tutte le castagne dal fuoco toccano a  te, ed i meriti a lei e/o lui... (quindi oltre a pettinar bambole e far la permanente a Skipper, adsso sono abilitata a "toglitrice" di castagne da fuochi vari...ma se lo scrivo sul curriculum funzionerà???)
Dopo aver capito il tutto, ho detto al mio fegato "tesoro bello, NOI, cioè Io e TE abbiamo altri problemi più importanti, più seri, perciò tiremm innanz ...che è meglio (chissà se Quattrocchi lo direbbe meglio di me...prossima volta provo a dipingermi d'azzurro!...)
Ciò detto, ciò fatto, c'ho pensato... e stamattina mi son detta che era tempo di restaurare anche il blog.
Ovviamente, nel restauro ho perso il contatore, mi si è rotto il badge...piccoli incidenti di percorso.
Nuovo contatore, ma sicuramente più appropriato per me, visto l'amore che ho per il caffè e si ricomincia tutto daccapo! Da zero! Però un ringraziamento per i diecimila counts del precedente contatore va fatto: grazie mille per esservi fermati a leggere i pensieri pazzi della suddetta chaltron woman!
Nel frattempo i miei pensieri pazzi hanno viaggiato a bordo dei loro treni, hanno corso per binari bizarri e si son persi, ritrovati, finiti nelle digitazioni di questi polpastrelli sulla tastiera, ma anche persi nell'aere...spero più fresco di qui
Piccolo inciso: A Venezia, come nel resto di Italia, è arrivato il caldo. Allarme, allarme, allarme! Fa caldo, è afoso, è pesante...certo che se invece i pensare a costruire nuove case (ve ne parlerò in un'altro post del prospetto del piano edilizio del nostro quartiere...umorismo nero!) pensassimo a conservare il verde, chissà...magari aiuterebbe...Comunque, qui a Venezia, l'afa è pesante, ti sembra di non respirare. Mai come quest'anno sto soffrendo anche io con la pressione che non vuole sapere di salire almeno a livello dei tacchi delle scarpe...e dire che porto solo scarpe basse...
Ma tornando a noi, cambiato vestito, sui polpastrelli prudono due o tre posts che devo assolutamente scrivere. Perciò, bando alle ciance e via di scrittura!
Baci Baci